TABULA RASA, LA DISCUSSIONE E' APERTA, dall'autrice in persona, molti spunti di discussione a partire dal nuovo romanzo

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Publilla
view post Posted on 15/11/2011, 18:49




Carissimi amici della più bella domus dell'Urbe (virtuale),
la nostra Danila propone (su facebook) un'interessante riflessione sui "parallelismi ieri-oggi", come li definisce lei stessa, presenti nel nuovo romanzo, Tabula rasa.
Mi ha chiesto di postarla anche qui, pertanto o io o lei stessa presto porteremo la discussione anche tra le mura della domus...
Spero che ci sarete tutti (o comunque molti) per commentare :D

Restate in allerta!

Carissimi saluti a tutti.
 
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Publilla
view post Posted on 25/11/2011, 21:20




Ed ecco a voi la discussione aperta dalla nostra cara Danila!



TABULA RASA, LA DISCUSSIONE E' APERTA
A dispetto dei cadaveri, delle spie, delle mummie e dei coccodrilli divoratori di uomini, si tratta di un libro piuttosto “giocoso”, in cui tuttavia ogni gioco è intenzionale, a cominciare dall’ambientazione.

Qualche osservazione (la chiamerei storico-antropologica, se il termine non fosse decisamente esagerato) sui parallelismi ieri-oggi.

I MODELLI DI INTEGRAZIONE - Ad Alessandria, come a Roma, convivevano diversi popoli, ma il “modello di integrazione” si discostava parecchio da quello dell’Urbe. Facendo un paragone irriverente (di quelli che non si potrebbero mai fare parlando di storia antica, ma che io oso ugualmente, perché sono una romanziera e non una storica) si potrebbe dire che il modello romano era più simile all’attuale dottrina francese, che approssimativamente recita: “non importa chi sei, dove sei nato, a quale etnia appartieni, a che religione aderisci, purché tu diventi fino in fondo un FRANCESE” mentre il modello alessandrino assomigliava di più a quello anglosassone, come è visibile soprattutto in America: “vieni qui, vivi come ti pare, sei libero di praticare il culto che preferisci e di darti le norme che credi, però in mezzo ai tuoi, nel tuo quartiere, tra la tua gente” Da una parte la mésaillance, la cittadinanza che unifica al di là di dettagli irrilevanti quali la nascita, la razza e la religione, l’ “égalité” che sovrasta necessariamente e VOLUTAMENTE la cultura di provenienza (il “civis romanus” dei tempi dell’impero o il “citoyen” della rivoluzione francese) dall’altra la convivenza tra popoli diversi, che a volte mantengono intatte le loro peculiarità culturali (come il Vicus Iudaeorum o la comunità Hamish negli USA) o permettono che si evolvano in varie forme di sincretismo: il Rakotis, la Little Italy della New York nei primi del Novecento, i Black Muslims ecc…)

Roma come Parigi, Alessandria come Los Angeles, insomma: paragone scorrettissimo ma tuttavia molto efficace.

IL NEMICO – E’ suggestivo, molto suggestivo (anche se storicamente irrilevante) che per un puro caso, l’Occidente di oggi, ovvero l’equivalente dell’antico Impero Romano, percepisca al di là dei millenni come “territorio nemico” lo stesso che percepivano come tale i Greci prima e i Romani poi: la Persia, ovvero la Partia, ovvero l’odierno Iran. E’ quasi impossibile, malgrado tutto, non pensarci!

GLI OPPOSTI ESTREMISMI – C’erano, c’erano… e come è spesso accaduto nei secoli, la protesta politica o sociale, assumeva talvolta tratti religiosi. Paradossalmente, poi, la descrizione dei due giovani Marco e Manlio, testa rasata l’uno, capelli lunghi l’altro, non risponde soltanto all’immaginario di oggi, ma anche a quello del tempo: la tentazione di giocarci sopra è stata dunque per me assolutamente IRRESISTIBILE.



Infine il solito indovinello. Il testo del romanzo contiene citazioni da: 1) Totò 2) Vittorio Gassmann 3) Jack Swigert 4) il film “Spartacus” in versione integrale 5) il film “Via col vento” 6) il dramma “Doctor Faustus” di Christopher Marlowe

Commentate e discutete tutti!
 
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1 replies since 15/11/2011, 18:49   661 views
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